domenica 6 luglio 2008

Serra San bruno un paradiso in mezzo al verde

Serra San Bruno

Ti sei stancato del caos cittadino, dello stress accumulato in tutto l'anno di lavoro.
Del ritmo frenetico della vita moderna, che non ti permette di farti rilassare nemmeno per un istante.

Il mare è troppo movimentato per te: hai deciso di prenderti una vacanza che possa far smaltire tutto ciò, stare lontano dalla folla, dalla vacanza già preconfezionata, trovare un posto tranquillo che ti dia la sicurezza di tutto ciò, assicurandoti un minimo di confort.

Aria sana, ossigenata, pace e tranquillità, acque pure che scorgano direttamente dalle sorgenti, tutte queste cose assieme, ma dove trovarle?

Ebbene hai deciso di fare quello che già nel '1100 ( hai capito bene proprio '1100) San Brunone di Colonia, lasciandosi alle spalle ricchezza, lusso, civiltà, scelse un posto, che ancora oggi rimane un paradiso in mezzo al verde.

Che lui, partendo da così lontano, insistentemente ha tanto cercato e infine ha trovato proprio qui in Calabria ed esattamente nelle montagne delle Serre.

Sto parlando di un luogo bellissimo, sito ad una altitudine di circa '800 metri sul livello del mare, ideale per star bene, godersi in tutta tranquillità l'aria fine e salubre adatta persino agli ammalati, acqua pura, buona per chi soffre di stomaco o di fegato ( fontana della "Scorciatina" e fontana di "Guido" due sorgenti di acqua meravigliose) ecc.

Lasciando una eredità che ancora oggi chi arriva in questi luoghi ha la possibilità di godere: La Certosa di San Bruno in località Serra San Bruno (VV), il posto di cui sto parlando.

Solo vivendoli questi luoghi si possono capire, non ci sono parole o aggettivi capaci di rendere giustizia alle bellezze naturali che esistono in questa terra.

La natura è stata molto generosa nei suoi confronti, quel verde dalle varie sfumature, fa da cornice al sito.

L'uomo non è stato di meno, ha costruito con splendide architetture in granito di pietra locale ( i famosi "mastri" scalpellini serresi, conosciuti in tutto il Regno delle due Sicilie), le chiese( c'è ad esempio la chiesa della Madonna Dell'Addolorata che assomiglia a un salotto, oppure la chiesa della Madonna Dell'Assunta con il suo portone scolpito e lavorato in bronzo, ecc), le fontane, diverse abitazioni che risalgono allo stesso periodo, quasi a dimostrare la splendida potenza di chi l'ha costruite.

Solo il terremoto del '1789 ha in parte distrutto, ma non cancellato alcune opere, tra cui la vecchia Certosa , di essa rimane ancora eretta solo un facciata e al di sopra, come per miracolo, resiste da secoli un blocco granitico in bilico sulla struttura.

Ancora: il laghetto ( Con la statua del santo semi immersa nell'acqua in posizione di preghiera), Il Santuario, il dormitoio( un'insenatura naturale scavata nella roccia) che si trovano incastonati ancora di più nel verde meraviglioso della zona di " Santamaria"nel bosco, che dista dalla Certosa all'incirca '800 metri e da Serra San Bruno un paio di chilometri circa, percorribili a piedi, in bici o con la macchina, facendosi una passeggiata distensiva per tutto il viale che separa Serra da questo luogo ameno e di preghiera.

Persino Papa Woitila, non resistì al fascino di questi luoghi e nel 1984 scese giù in Calabria a Serra San Bruno per passare una giornata in piena estasi e contemplazione, proprio qui a "Santamaria" nel bosco.

A cospetto di tutto ciò, una vecchia leggenda narra che, il " Tesoro" di San Bruno non venne mai disperso e che si trova ancora oggi sepolto laddove una sua statua di pietra posta sul frontale del Santuario pone il suo sguardo.

A dire il vero sono stati compiuti anche degli scavi, per trovare ciò, ma non è stato rinvenuto niente.

Che dire ancora, si potrebbe andare avanti e scrivere un libro ma io mi voglio soffermare e raccontarvi solo di una delle tante peculiarità gastronomiche locali che vi farà venire l'acquolina in bocca, unica nel suo genere , trova riscontro solo qui a Serra San Bruno: la " pitta di pipi".

Questa squisitezza gastronomica , che io posso solo spiegare in maniera molto superficiale, in quanto essendo un segreto che viene tramandato da generazione in generazione solo chi è del posto ha la ricetta giusta per farla bene. Voglio solo evidenziare che oltre ai soliti ingredienti per fare la pizza viene aggiunto il fiore (essiccato) del sambuco che dà appunto un sapore particolare e da cui prende il nome.

Per poterci arrivare come ampiamente già descritto su una altra mia opinione " Soverato- Serra San Bruno" bisogna fare scalo a Lamezia Terme con il treno o con l' aereo, oppure in macchina seguendo l'autostrada del sole dove c'è l'uscita per Serra San Bruno e quindi proseguire sulla statale e dopo appena 26 km si arriva alla meta.

Grazie a tutti per avermi seguito sin qui. Ciao

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